Parla il Martire
Io non ebbi fortuna, nel lontano sec. III°.
In Cappadocia stavo bene, curavo gli animali, li portavo al pascolo e a bere alle fonti … una pace, un cielo! Amavo mia madre (donde il mio nome) ed ero un buon figlio, sostenuto dalla fede cristiana, comune a tutta la popolazione.
Poi arrivarono militari dell’Impero romano, che razziarono e misero a morte i cristiani e così, era il 17 agosto, io fui stroncato, giovane, come uno dei tanti fiori dei nostri prati.
Di me parlarono due Vescovi famosi e il mio nome divenne noto, anche di là dal mare, ottenendo una fama che proprio non prevedevo e riscossi simpatia: forse perché ero così affezionato a mia madre … forse perché ero stato ucciso ancora giovane.
Parla il parroco don Pellegrino Ferrari
Quest’anno, 1846, la grandine ha esagerato e noi abbiamo indetto un corso di sacre “Missioni” al popolo, terminate trionfalmente il 17 agosto. Non potremo mai dimenticare questa nostra testimonianza di fede e ogni anno, in questo giorno, memoriale del martire S. Mamante, noi faremo ricordo di lui, promuovendolo a nostro Compatrono.
Parla la “reliquia” di S. Mamante
Sono una “reliquia”, un resto del corpo, di una parte del braccio. Ho conosciuto le mie brave peripezie: ero in una chiesa dedicata a S. Mamante, in Bologna, nel quartiere di S. Procolo, che poi venne soppressa nel 1806.
Trasmigrai alla chiesa della S.S. Trinità in via S. Stefano, dove rimasi dimenticata fino a quando trovai casa in una piccola chiesa che, con entusiasmo, ha voluto affidarsi alla mia protezione.
Qui, a Montecalvo, mi trovo bene: c’è tanta pace; pare il silenzio della Cappadocia !