È l’antica connotazione di una località che all’epoca romana era chiamata anche “CALVUS GENTIS LICINIAE”, dall’evidente proprietario romano.
Montecalvo, attraverso i tempi, è stato descritto così :
- Località modesta : nel 1371 contava appena 16 “focolari”, ma in compenso godeva di “aria buona e salutare … con uva molto gustosa” (Arch. di Stato) : della quale anche il Carducci fece esperienza : “giunto, si legge, stanco, al Farneto, si rianimò con l’aiuto di un vinetto bianco spumeggiante di Montecalvo”.
- Il Calindri, nel ‘700, riferisce che “vi sono case e ville in posizioni amene, che rallegrano la vista e sollevano lo spirito, adattissime per un meritato riposo alle diuturne fatiche della città”.
Sembra una fotografia di oggigiorno !
- L’archeologo Malvezzi lo definisce “sito significato dalla sagoma della chiesa e da molti svelti e annosi cipressi che ne ombreggiano il viale di accesso”.
- Lo studioso Fornasini, all’inizio del secolo scorso, lo descriveva: “collocato su un amenissimo colle, vede biancheggiare case che fasciano i monti, lasciando libera l’estesissima e verdeggiante pianura che si allarga nel lontano orizzonte … Lassù esteso è il panorama che si gode da quella cima …; ai colli a dolci ondulazioni, vanno alternandosi altri più ripidi e cespugliosi …”
Parole antiche che hanno sapore di attualità; segno che tante cose cambiano … per fortuna non tutte !
“Fundus Calvinianus”, oggi MONTECALVO